lunedì 29 aprile 2024

Il cucù del cuculo


Dentro il cuculo ticchetta

un tirannico orologio

fin da quando nacque detta

il suo moto lesto o mogio

 

questa goccia nella notte

batte secca e intermittente

nel beccarlo lo connette

all'esistere cosciente

 

ogni istante che capisce

prende aspetto curvo o dritto

è compresso o si sgranchisce

frena o cade a capofitto


si fa ora, mese, anno

poi tracolla in un secondo

reso eterno nell’inganno

consegnato allo sprofondo 

 

non s’accorda alle stagioni

quel suo spasimo indolore

tra le tante indecisioni

scocca a ogni batticuore

 

e il cucù che l'accompagna

incasella nel pensiero

proprio il tempo in cui ristagna

un ricordo passeggero.


domenica 31 marzo 2024

L’ultimo canto del capodoglio


Il più vecchio capodoglio

tiene caro ogni ricordo

quasi fosse uno scandaglio

nell’oceano scuro e sordo

 

tutto ciò che ha conosciuto

pare un’eco dissonante

gli rammenta che ha vissuto

pure se non servì a niente

 

nel pulviscolo insoluto

che diviene sedimento

riconosce il senso muto

del suo stesso compimento

 

carne viva che pulsava

ora è inerte posatura

minutaglia alla deriva

resta solo una mistura

 

le cui sghembe vibrazioni

come un alfabeto morse

di tormenti e di pulsioni

sono onde già trascorse

 

dentro al brodo primordiale

ogni suono s’è acchetato

solo sale dal fondale

una bolla con un peto

 

il più vecchio capodoglio

sa l'abisso che l’aspetta

il suo canto di cordoglio

reca quella nota schietta.


sabato 24 febbraio 2024

Caro acaro


Quando l’acaro s’accasa

come trita minutaglia

ogni cosa ne è pervasa

sembra un campo di battaglia

 

nel suo abbraccio con il mondo

adagiandosi a tappeto

sente l’animo errabondo

finalmente farsi cheto

 

tutto è pace, tutto tace

mentre giace fermo e fiacco

nulla gli pare più audace

del suo vivere vigliacco

 

niente sfide, nessun danno

ma un suo esistere discreto

mai patemi, né un affanno

e silenzia pure il peto

 

quando infine si degrada

in pulviscolo incosciente

sembra quasi se la goda

nel non essere più niente.


lunedì 12 febbraio 2024

Il tarlo del tarlo


Proprio il tarlo, in quanto tarlo,

con la mente si lambicca

sente il tempo confinarlo

dentro il legno che lui intacca


da quel buco s’arrovella

sui confini del creato

e il pensiero lo sobilla

sconcertante e inusitato


ma lo scavo inconcludente

non conosce via di sbocco

nel suo vano costringente

s’è recluso in un arrocco


non sfarfalla, non si libra 

non ammette sentimento

non incontra altro che fibra

convertita in escremento


quel che rode prima sugge

poi lo ingolla e infine caca

nulla crea, nulla distrugge

però tutto fa cloaca


anche il vivere del tarlo

come ogni altro non dura

resta solo, a ben guardarlo,

polvere di segatura.



giovedì 25 gennaio 2024

La misantropa locusta


La misantropa locusta

sopraffatta dalla massa

col pensiero s’ammatassa

quel contesto la disgusta


nella foga migratoria

ogni altra consorella

indistinta s’affastella

pur restando solitaria


l’ombra densa dello sciame

si proietta sul raccolto

ma ciascuna è senza volto

triturando quel fogliame


tutto ciò che prende vita

reca il male che la guasta

oltre il campo che devasta

sente in sé quel saprofita


ogni slancio esistenziale

l'assomiglia a una piaga

la locusta mangia e caga

ed è tutto quel che vale.




domenica 14 gennaio 2024

Disparve lo sparviero


Chissà se lo sparviero

quand’era ancora uovo

sentiva in sé il mistero

del suo vivere ignavo

 

implume la creatura

sguazzava in quell’albume

trovandovi ogni cura

immune dalla  fame

 

ma il guscio protettivo

d’un tratto s’è sfaldato

e quel rapace schivo

si ritrovò inglobato

 

nello spazio infinito

privo d’orientamento

sentendosi sdrucito

e sempre controvento

 

precario agglomerato

nel cosmo ortogonale

capì d’essere nato

cadendo già a spirale

 

visse così per caso

appeso all’impennata

d’un tempo vorticoso

nel volo giù in picchiata

 

il resto fu un farfuglio

che aleggia un po’ per l’aria

come una nuvolaglia

non vale la memoria.

 

lunedì 16 ottobre 2023

Vive il verme solitario

lungo verme 
cupo verme
cieco verme
bieco verme
triste verme
solitario.


Ernesto Ragazzoni. Elegia del verme solitario



Vive il verme solitario

segregato suo malgrado

dentro un cupo reliquiario

dove s’installò di frodo

 

in quel cieco isolamento

non comprende il suo destino

non sa che il suo firmamento

è una curva d’intestino

 

delle tinte della vita

non ha alcuna cognizione

tutto sembra una colata

tanti toni di marrone

 

la natura l’ha recluso

in quell’antro ignominioso

perlomeno volle il caso

gli fu risparmiato un naso

 

se di sé avesse coscienza

si saprebbe imprigionato

sentirebbe un'impellenza

fuggirebbe a perdifiato

 

a cercarsi una compagna

amicizie o vicinanza

assaggiare una lasagna

odorare una fragranza

 

a tuffarsi e poi nuotare

con movenze serpentine

e incocciare in un amore

per patirne poi la fine

 

ma quel suo trasognamento

non incontra via d’uscita

ogni senso di scontento

pari a lui è parassita

 

così il verme solitario

non ha fede in alcun varco

nel suo tempo carcerario

tutto scorre, però è sterco

 

chissà se dal suo sprofondo

sortirà, come rinato

morirà vedendo il mondo

saprà d’essere cacato.



giovedì 21 settembre 2023

L'ombra dello sgombro

 

Lo sgombro s’è intasato

il capo di pensieri

ma appare impreparato

a tutti i fatti veri


quella volta che un’esca

l’indusse in tentazione

o la foga anguillesca

con cui danzò carpone


l’agguato di murena

o l’alga tralucente

che scorse sulla rena

scossa da una corrente


l’amore pinneggiante

che rincorse in apnea

sparito all’orizzonte

nell’onda di marea


eventi imponderati

chissà se mai successi

comunque già eclissati

per ciò stesso dismessi

 

in testa ha una laguna

sul cui fondo ristagna

un torbido nirvana

d’intrinseca vergogna

 

un mare di concetti

duri come calcare

alcuni così abietti

gli pare d'annegare

 

la mente cola a picco

nell’abisso introflesso

restasse pure a secco

capiterebbe adesso

 

del vivere sfuggente

trattenne forse l’ombra

sentendo del presente

il niente che si sgombra.


lunedì 21 agosto 2023

L'otaria sedentaria


L’otaria sedentaria

si svacca su uno scoglio

la vita la contraria

così la passa al vaglio

e scopre che non varia

che il genere d’incaglio

 

nella colonia i crocchi

dell’altre otarie obese

s’assembrano in ammucchi

ciascuna più scortese

con chi incontra a quattrocchi

tutto causa contese

 

le prede fuggitive

sempre controcorrente

dileguano le rive

la fossa è onnipresente

qualcuna sopravvive

il resto insussistente

 

sogna corse sfrenate

ma incede a balzelloni

se scansa le cacate

non sfugge quelle immani

a lungo strascicate

creano commistioni

 

pure il suo sentimento

attinge a quel fetore

e spesso sopravento

nel vivere inodore

travisa per incanto

la merda con l'amore

 

così quando pinneggia

vincendo l’indolenza

la bolla che galleggia

persiste alla sua assenza

la gracile scoreggia

trattiene ogni speranza.


domenica 6 agosto 2023

Ogni lontra in sé s'addentra

 

Quando incontra un’altra lontra

pure lei a bagnomaria

ogni lontra in sé s’addentra

nel suo cuore in avaria

 

nessun eco dell’incanto

degli amori accondiscesi

sono ancora sentimento

solo quelli malintesi

 

dei suoi tanti accoppiamenti

non comprende la matrice

però ha i tratti persistenti

d’una netta cicatrice

 

tra riviere solitarie

in una corrente stracca

lei galleggia pancia all’aria

caccia, mangia e fa la cacca

 

nella sua vita claustrale

sente l’intima frattura

tra la fuga da ogni male

e il cercarvi qualche cura


tra restarsene isolata

nella propria diversione 

o aggregarsi alla parata

ed entrare in comunione


così quando poi fluttuando

in un’altra  lontra inciampa

la vorrebbe messa al bando

ma le offre la sua zampa.


 



venerdì 4 agosto 2023

La beccaccia s'è stordita

 

La beccaccia s’è stordita

capitò tutto ad un tratto

in un punto della vita

come frutto d’un impatto

 

se ne stava imbozzolata

nel suo nido a sonnecchiare

sentì dentro una folata

e non volle più volare

 

ricordando i sette cieli

costeggiati in lungo e largo

gli sembrarono fondali

pensò d’essere in letargo

 

l’aria intorno parve ghiaia

e le nuvole cemento

l’esistenza una strettoia

già percorsa controvento

 

con le sue ali inspiegate

la beccaccia caracolla

fuori piovono cacate

bello non essere nulla.


martedì 1 agosto 2023

La filastrocca del punto e virgola e del punto esclamativo

 

C’era un punto esclamativo

s’innalzava alto e schietto

ma nell’animo era schivo

si sentiva goffo e inetto

 

privo d’un significato

dietre le vere parole

si piantava imbarazzato

come chi non sa che vuole

 

stava lì, tutto impalato

proprio in fondo ad una frase

quasi urlasse a perdifiato

cose stupide o ingiuriose

 

obbligato riluttante

a dare enfasi posticcia

a ogni dire inconsistente

a qualsiasi fregnaccia

 

quando invece in se stesso

quietamente ribolliva

sopra il punto interconnesso

l’indole interrogativa

 

dentro un libro di esercizi

incontrò un punto e virgola

che sfidando i pregiudizi

era doppia eppure singola

 

si trovava messa in mezzo

a ogni lungo periodare

impiegata come un vezzo

in un vacuo scribacchiare

 

e ogni intento di spezzare

con la propria distinzione

un verboso argomentare

fallì per l’imprecisione

 

lui esclamava a casaccio

lei soave punteggiava

ma tra i due vi fu un abbraccio

che nessuno s’aspettava

 

regola grammaticale

vuole che non stiano accanto

e se accade, poco male,

uno dei due viene espunto

 

ma quei segni storti dentro

s’allacciarono all’istante

hanno la sintassi contro

e non gliene importa niente

 

come se fossero un lemma

stanno l’uno all’altro stretto

grazie a questo stratagemma

prende senso quel che è detto

 

e da allora ogni parola

vibra di quell’emozione

se ne viene avvolta vola

nella loro interpunzione;!


giovedì 27 luglio 2023

La quaglia nel quagliodromo


La quaglia nel quagliodromo

preavverte l’avvisaglia

del suo tempo monocromo

nel quale nulla quaglia

 

riflessa in ogni altra

d’identica fattezza

nel piumaggio s’infiltra

un senso di stortezza

 

dispersa nell’ammasso

dell’altre quaglie a frotte

ogni canto è lo stesso

riecheggia giorno e notte

 

nessun accadimento

lascia traccia in memoria

qualsiasi sentimento

si squaglia senza storia

 

fissa come un bersaglio

ogni vita s’incaglia

ne resta un rimasuglio

solo se la si impaglia

 

per questo mentre esiste

rifugge dal riparo

un varco l'ha intravisto

va a caccia dello sparo.


mercoledì 19 luglio 2023

Una capra socratica


Una capra socratica

bela la sua ignoranza

ma essendo un poco asmatica

somiglia a una lagnanza


s’interroga l’ovino

sulla sua propria essenza

mistura tra il divino

e pura flatulenza


non sa che cosa resti

del sé che fu capretta

nei suoi pensieri mesti

mentre tutto s’affretta


s’interroga e non trova

neppure una risposta:

perché non fa le uova?

Perché tutto si guasta?


L’amore fu frainteso

nell’intima natura

finì senza preavviso

fu solo mungitura


giacché la sensazione

di non sapere niente

è vera cognizione

s’è fatta un po’ saccente


come una lana irsuta

l’avvolge quel pensiero

esiste a sua insaputa

tra il proprio sterco e il cielo


nell'anima caprina

il filo di coscienza

l'avverte che è vicina

la propria dissolvenza.


sabato 15 luglio 2023

Il morso dell'orso


Visse una volta un orso

che in modo forse ermetico

concluse con un morso

il suo sforzo fonetico

 

era l’autodifesa

per non saper parlare

quell’enfasi protesa

nel proprio argomentare

 

bramì, rugliò, poi tacque

sentendosi spaesato

giù dallo spartiacque

di chi si sa esiliato

 

nel suo dire incompreso

dall’interlocutore

soffrì l’estremo peso

del solo far rumore

 

quel verso di soccorso

purtroppo suonò muto

per questo l’orso ha morso

cercava un po’ d’aiuto.


martedì 4 luglio 2023

Il vecchio babbuino

  

Spesso il vecchio babbuino

pensa al sé ch’era in passato

al suo spirito ferino

ora esanime e sfiatato

 

tanto forti le percosse

dei suoi pugni contro il petto

mentre adesso è solo tosse

e non dà lo stesso effetto

 

delle mille scorribande

resta meno d’un ricordo

delle lotte furibonde

un orecchio da cui è sordo

 

ogni amore fu sconquasso

che non volle contenere

pressoché lo stesso influsso

gli produce oggi un clistere

 

ogni evento è disconnesso

dal corso della sua storia

tutto quello che è successo

solo un vuoto di memoria

 

così il vecchio babbuino

nel suo tempo diluito

solamente sa vicino

quello che è già sparito

 

ma ripensa alla sua vita

con la mente che si sfolla

e l’avverte saporita

come una banana frolla.


lunedì 8 maggio 2023

Il verme ha cinque cuori


Il verme ha cinque cuori

tutti disallineati

i loro dissapori

sono soffi sfiatati

 

il primo cuore è fiacco

batte una volta sola

ma proprio in quel rintocco

prende lo slancio e vola

 

poi c’è il cuore secondo

che picchia all’impazzata

lo atterrisce il mondo

e batte in ritirata

 

il terzo cuore inghiotte

tutto il male e il dolore

per questo quando batte

si sente un crepacuore

 

quello che arriva quarto

è il cuore dell’assenza

solo dopo che è morto

batte con insistenza

 

l’ultimo cuore è inerme

e batte in controtempo

l’amore di quel verme

fa d’ogni colpo un crampo

 

il verme ha cinque cuori

con la tachicardia

solo nei disamori

battono in sintonia.

 

venerdì 3 marzo 2023

La scomparsa dell'orso


Non sono nessuno

urlò l’orso bruno

pensava a se stesso

sbandato e introflesso

ma ne uscì un grugnito

che non s’è capito

per questo incompreso

quell’orso s’è arreso

al proprio imbrunire

che non riesce a dire

e al gelo interiore

che sul limitare

d'un vuoto d’amore

l'ha reso polare

nel mondo sbiadito

dal quale è svanito

senza far rumore 

bianco nel biancore

di neve sul cuore.

 

venerdì 24 febbraio 2023

Il pesce fuor d'acqua


Il pesce fuor d’acqua
annaspa e si strozza
se stesso scialacqua
sognando una pozza

il mare precluso
con le onde battezza
una vita a caso
nel mentre si spezza

non ha soluzione
da cui trarre fiato
da ogni illusione
s’è già prosciugato

l’aggrava il fardello
dell’essere stato
in costante stallo
da pesce passato

l’esistere immerso
nel liquido denso
sentendosi perso
pensando: io penso

ma la leggerezza
dell’aria terrena
non dona salvezza
così l'avvelena

se fluttuare inerte
fu pure evenienza
morire la morte
l’impose una lenza

dall’acqua interdetto
neppure capisce
l’eterno verdetto
che spetta al sé pesce.


giovedì 9 febbraio 2023

Il canarino recluso in miniera


Il canarino recluso in miniera

non sa cosa fare, e dunque spera.

Pensa e ripensa, non sa bene in cosa

così si abbiocca, almeno riposa.

Neppure il sonno gli porta consiglio

la notte fitta non lascia un appiglio

resta da solo con un suo sbadiglio

mentre il pensiero si sfalda in nebbia

pure lei prigioniera nella gabbia.

Così il canarino in avanscoperta

ignora il rischio ma vive in allerta.

Forse è già morto. Qualcuno l'avverta.





venerdì 30 dicembre 2022

Il leopardo indiavolato

  

Il leopardo indiavolato

con la coda a mulinello

va girando a perdifiato

alla cerca d’un duello

 

ha movenza di guerriero

la sua furia senza appello

contro lo storto pensiero

d’un esistere gemello

 

ogni ombra gli è nemica

ogni passo sa d’agguato

tanto sente la fatica

di sapersi uno scampato

 

ciò che è vivo o inanimato

ogni scherzo di natura

quel che vibra nel creato

urge la sua sepoltura

 

se poi carica uno zompo

nello scontro che l’incalza

a bloccarlo basta un crampo

casca a terra e non rimbalza

 

tutto lo vuole stecchito

ogni essere lo bracca

ma il leopardo è rabbonito

finalmente fa la cacca.


https://video.virgilio.it/guarda-video/il-leopardo-inferocito-semina-il-terrore-in-citta_bc6317899835112


domenica 25 dicembre 2022

Gazza ladra


Intanto che svolazza

garbata e malaccetta

consuma in sé la gazza

un senso di sconfitta

 

dubbiosa d'un inghippo

sotteso nell’amore

l'ha convertito in scippo

misura di valore

 

se scrolla un po’ le penne

sa d’essere leggiadra

nel corpo in cui contenne

il cuore d’una ladra

 

quella sveltezza fina

per ciò che è lustro e abbaglia

che poi si fa rapina

e quindi cianfrusaglia

 

ma solo mentre atterra

verso un insulso oggetto

quel furto sente e afferra

nel suo tempo perfetto.

 

giovedì 22 dicembre 2022

Cala il condor giù in picchiata


Dentro un cuore di tormenta

cala il condor giù in picchiata

con la capa disattenta

sbatte contro una folata

 

quel suo grumo di coscienza

spezza gli elementi ostili

poiché in sé sente l’urgenza

d’allentare un poco i fili

 

quanti sfranti filamenti

dei legacci più interiori

fatalmente coincidenti

con i suoi peggiori umori

 

ogni amore si fa uovo

ogni uovo fa un rapace

tutto è ostile nel suo covo

tutto appare più vorace

 

ogni vita trita e corta

sembra vitto freddo al gusto

ogni vento ne trasporta

il sentore decomposto

 

quella che si scapicolla

dentro i nembi più ghiacciati

è la stessa carne frolla

dei suoi pasti consumati

 

ma quel condor delle Ande

accecato dal gran gelo

perse solo le mutande

nel suo sghembo volo in cielo.


lunedì 5 dicembre 2022

La pecora insonne

Le stelle sono tante

milioni di milioni

da un vecchio Carosello 


Una pecora insonne

tra eclettici pensieri

canticchia ninnenanne

ai suoi spiriti neri

 

se affonda in un sopore

sobbalza cuore e mente

come chi sa che muore

e scopre cos’è il niente

 

la vita già accaduta

nella pigra incoscienza

la poca trattenuta

soltanto turbolenza

 

e in quell’increspatura

consuma la sua veglia

se sale l’onda scura

la pecora sbadiglia

 

nel buio spicca il gregge

un tiepido biancore

discorrono scoregge

la sua lingua interiore

 

e chiusi gli occhi sente

le mille e mille stelle

le conta e sono tante

quante le sue sorelle.


giovedì 1 dicembre 2022

Quel gran becco del tucano

 

Quel gran becco del tucano

spicca fuori proporzione

si protende grossolano

quasi fosse il suo doppione

  

perciò quel povero uccello

ne patisce l'ingerenza

e si sente ormai l’orpello

della sua stessa escrescenza

 

se poi il becco mette becco

nella sua voce interiore

ne deriva un battibecco

da cui esce vincitore

 

dentro il flusso di pensieri

solo il becco detta legge

ne modella i desideri

autorizza le scoregge

 

nel gran becco c'è l’essenza

della sua vita tucana

perde ogni consistenza

senza quello che lo sbrana.